Giovedì 18 Aprile 2024

Croce Rossa Italiana
Comitato di Palmanova ODV

 

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Guerra in Georgia 2008

             

La Seconda Guerra in Ossezia del Sud

La seconda guerra in Ossezia del Sud è un conflitto armato che vide contrapposte la Georgia contro le repubbliche secessioniste dell'Ossezia del Sud e d'Abcasia alleate alla Federazione Russa.

Tra le cause della guerra vi è la spinta secessionista manifestata dall'Ossezia meridionale e dall'Abcasia che di fatto sono già indipendenti dalla Georgia da molti anni, ma ufficialmente fanno ancora parte di questa.

Dopo diversi giorni di scontri tra l'esercito georgiano e le milizie ossete la notte tra il 7 e l'8 agosto 2008 le truppe georgiane attaccarono in maniera risolutiva l'Ossezia del Sud. Ciò causò la reazione della Russia che apertamente sostiene le richieste autonomistiche delle due provincie e che da molti anni mantiene un presidio militare in quei territori come forza d'interposizione su mandato internazionale.

L'esercito russo intervenne massicciamente travolgendo le forze georgiane ed occupando buona parte della repubblica caucasica (tra cui la città di Gori) ed arrivando a poche decine di chilometri dalla capitale Tblisi.

Nel frattempo la diplomazia internazionale si era messa in moto per tentare una mediazione tra gli stati in conflitto che portasse ad un rapido cessate il fuoco.

Il successivo 15 agosto, grazie anche all'importante mediazione dell'Unione Europea, fu firmato fra Georgia e Russia un primo accordo di cessazione delle ostilità. Esso impose il ritiro delle truppe (sia russe, che georgiane) sulle posizioni precedenti l'inizio del conflitto, ed obbligava la Georgia a non intervenire militarmente contre le proprie provincie secessioniste.
Il ritiro delle truppe russe fu inizialmente solo parziale, in quanto esse mantennero ancora alcuni presidi in punti strategici in Ossezia del Sud e Abcasia. Essi si completarono solo nell'ottobre 2008 grazie ad ulteriori sforzi diplomatici promossi dall'Unione Europea la quale ha anche inviato in queste aree un contingente di 200 osservatori militari a monitorare la situazione.

               

La missione della Croce Rossa Italiana

Dal 7 agosto l'Ossezia del Sud è è stata teatro di violentissimi combattimenti che hanno provocato centinaia di vittime e un esodo di massa con circa 130.000 sfollati in altre zone della Georgia.

In risposta alla grave situazione di crisi umanitaria creatasi ed alla richiesta di aiuti che la Croce Rossa Georgiana ha inoltrato al nostro Presidente Nazionale, la Croce Rossa Italiana ha avviato un'operazione di emergenza in Georgia con l'invio a Tblisi dei propri operatori umanitari e di due nuclei di cucine da campo, camion frigo, centri cottura e distribuzione di pasti. Con tale intervento si è potuto garantire la preparazione e distribuzione di oltre 10.000 pasti al giorno, assistendo così le migliaia di sfollati, in gran parte donne, bambini e anziani.

A sostegno della missione è stata anche avviata una campagna di raccolta di fondi in tutta Italia, che il Comitato Locale CRI di Palmanova ha contribuito a promuovere nel proprio territorio.

Il 23 settembre 2008 è partito alla volta di Tblisi il Volontario del Soccorso del Grupppo di Palmanova Bruno Del Pin che, con gli altri Volontari della CRI, ha fatto uno scalo a Vienna per unirsi al resto degli operatori provenienti da tutta Europa.

Da Tblisi si sono spostati a Gori, città dove la Croce Rossa in stretta collaborazione con l'UNCHR e la locale amministrazione hanno creato, dopo il ritiro dell'esercito russo, una estesa struttura campale per l'accoglienza e l'assistenza ai profughi.

Durante la permanenza del VdS Del Pin nella struttura era al lavoro un contingente di più di 30 operatori della CRI costituito da medici, paramedici, specialisti in emergenze, cuochi, personale amministrativo e logistico, supportato da 18 operatori della Croce Rossa Georgiana. Ad essi si aggiungevano anche collaboratori di altre Organizzazioni Umanitarie e ONG.
Per svolgere le loro attività i Volontari avevano a disposizione autoarticolati, autocarri, due gruppi elettrogeni, una autoambulanza e tre fuoristrada.

Oltre all'assistenza sanitaria e sociale, alla fornitura di pasti caldi e di tende, e a ricongiungere i nuclei famigliari dispersi gli operatori hanno provveduto a costruire un efficace ponte radio che assicurava la copertura delle comunicazioni su tutta l’area ed inoltre effettuavano il monitoraggio continuo delle acque dell’acquedotto di Gori, danneggiato durante gli eventi bellici, attraverso una specifica ed avanzata strumentazione che garantisse la distribuzione di acqua sicura.

Oltre che durante il conflitto, la missione è continuata anche nei mesi successivi al ritiro delle truppe per sostenere i profughi nel rientro alle loro abitazioni nelle ex zone di occupazione. A chi invece la guerra ha distrutto la casa è stata data l'assistenza necessaria a superare l'imminente periodo invernale.

Sempre dal Comitato Locale CRI di Palmanova si sono resero disponibili a partecipare direttamente all'azione di soccorso anche un'infermiera esperta in emergenza sanitaria ed un esperto in Diritto Internazionale Umanitario.

                       

Il riconoscimento dell'UNCHR

Il rappresentante dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) in Georgia, Peter Nicolaus, ha scritto al Commissario Straordinario di Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, per "ringraziare la CRI per il prezioso lavoro svolto durante l'emergenza umanitaria creatasi in Georgia in seguito alla crisi d'agosto". Nella lettera, tra i nomi degli operatori della missione umanitaria, vi è citato anche quello del Volontario del Soccorso Bruno del Pin al quale va la nostra stima per l’impegno dedicato.

                 

Altre informazioni utili

Sito Ufficiale CRI per l'Emergenza in Georgia

            

            


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